giovedì 8 marzo 2012











L'epoca dei mobili a basso costo, l'epoca che andiamo all'ikea la domenica,  l'epoca dei vestiti a basso costo,delle scarpe a basso costo, del cibo a basso costo, della vita a basso costo, l'epoca del basso consumo, l'epoca che abbiamo tutti gli stessi mobili dell'ikea e siamo vestiti tutti uguali. L'epoca delle fotografia che tutti voglion fare sembrare "d'epoca", l'epoca sono tutti fotografi, l'epoca dell'abuso dell'immagine, l'epoca senza soldi, l'epoca dei tagli, l'epoca delle proteste, l'epoca in cui non può essere morto anche Lucio Dalla, l'epoca della confusione, l'epoca dell'amore digitale, del sesso digitale, dei pianoforti digitali, degli spariti digitali, della fotografia  digitale..LD.

sabato 28 gennaio 2012

“un bisogno sfrenato di schiavitù mi fa soffrire” dice Massimilla silenziosamente, seduta sul sedile di pietra, con le dita delle mani insieme tessute, tenendovi dentro il ginocchio stanco. “io non ho il potere di comunicare la felicità, ma nessuna creatura viva e nessuna cosa inanimata potrebbe, come la mia persona tutta quanta, divenire il possesso perfetto e perpetuo di un dominatore. Un bisogno sfrenato di schiavitù mi fa soffrire. Mi divora un desiderio inestinguibile di donarmi tutta quanta, di appartenere ad un essere più alto e più forte, di dissolvermi nella sua volontà, di ardere come un olocausto nel fuoco della sua anima immensa. Invidio le cose tenui che si perdono, inghiottite da un gorgo o trascinate da un turbine; e guardo sovente e a lungo le gocce che cadono nel gran bacino svegliandovi appena un sorriso leggero. Quando un profumo m’involge e vanisce, quando un suono mi tocca e si dilegua, talvolta io mi sento impallidire e quasi venir meno, sembrandomi che l’aroma e l’accordo della mia vita tendano a quella medesima evanescenza. Pure talvolta la mia piccola anima è stretta dentro me come un nodo. Chi la scioglie e l’assorbe?Ahi me, forse io non saprei consolare la sua tristezza; ma il mio volto ansioso e muto si volgerebbe sempre verso di lui spiando le speranze rinascenti nel suo segreto cuore. Forse non saprei spargere sul suo silenzio le sillabe rare, semi dell’anima, che in un attimo generano un sogno smisurato; ma nessuna fede al mondo vincerebbe d’ardore la mia fede nell’ascoltare pur quelle cose che debbono rimanere inaccessibili al mio intelletto. Io sono colei che ascolta, ammira e tace.Fin dalla nascita la mia fronte porta tra i sopraccigli il segno dell’attenzione. Dalle statue assise e intente ho appreso l’immobilità di un’attitudine armoniosa.Posso tenere a lungo gli occhi aperti e fissi verso l’alto perchè le mie palpebre sono lievi.Nella forma delle mie labbra è la figura viva è visibile della parola Amen”
  Le vergini delle rocce  Gabriele d’Annunzio
ph: R. Mapplethorpe