martedì 28 dicembre 2010

percepire il freddo che è fuori stando al sicuro, un portone blu
già da bambina godevo di certe visuali. una finestra chiusa, una tenda, le lenti di un vecchio binocolo
vedevo storie, di uomini e di donne, di principi o soldati, di amanti fra le montagne, nella neve
c'è un modo semplice per  crescere nel modo giusto
...dominare la paura...

domenica 26 dicembre 2010

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non sono in cerca, non sono invena. non lo sarò forse mai. scelgo, la possibilità di vivere il reale e di lasciarmi qualche attimo per il sogno, ogni attimo che voglio. sono costantemente sul confine fra ciò che è vero e ciò che è immateriale. e mentre attraverso fra le coperte tutto il mio corpo, prima del sogno, scelgo i ricordi, le immagini, gli odori, e i suoni di un segreto che si svela alle mie orecchie, fino a che

giovedì 16 dicembre 2010

My love

Bernhard Ruth    In the box-Horizontal   1962


Voglio un amore che tiri su le coperte sulle gambe al freddo
Quando fuori nevica e dentro le case si impacchettano regali
Inforna i biscotti, accendi il camino, spegni le luci, metti un altro brano
Voglio  un amore che non conosce tempo
un amore che rifiuti le regole e le convenzioni
un amore che sia libero di essere solo e unico
un amore che non mi dica mai sei speciale
un amore che me lo faccia capire
un amore che ancora mi faccia sentire così viva
un amore che mi dia giorni di fremito
e giorni di vita
apri il cuore, fai vibrare l’animo, piangi e non darti per perso mai
e non darmi per persa mai



E dove tu non dormi mai
Per fare l’amore
Solo per fare l’amore
Voglio un amore a cui dare
E che colga ogni singolo sguardo
Un amore che mi faccia innamorare ogni giorno
E lentamente conquistarlo ogni attimo
Un amore che non si lascia
Che non si dimentica
Che non conta il resto
Che non conta il mondo
Che non conta il cielo
Che non conta il freddo
Che non conta la pioggia
Che non conta la paura
Che non conta l’orgoglio
Che non conta le ore…
Che non conta i giorni, i mesi e gli anni


Ma che dia un nome e una musica ad ogni attimo di respiro scambiato
E che veda ogni attimo lasciato
Come un attimo per sempre perduto.

venerdì 10 dicembre 2010

Umanamente uomo

Lucio  1/20     f4     55mm    micha 2010

Lucio 1/20 f4 55mm                             micha 2010
"E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante
cancella col coraggio quella supplica dagli occhi
troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante
e quasi sempre dietro la collina è il sole
Ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente
ma perché tu non vuoi spaziare con me
volando contro la tradizione
come un colombo intorno a un pallone frenato
e con un colpo di becco
bene aggiustato forato e lui giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
se chiudi gli occhi un istante
ora figli dell'immensità
Se segui la mia mente se segui la mia mente
abbandoni facilmente le antiche gelosie
ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti
le anime non hanno sesso né sono mie
Non non temere tu non sarai preda dei venti
ma perché non mi dai la tua mano perché
potremmo correre sulla collina
e fra i ciliegi veder la mattina che giorno è
E dando un calcio ad un sasso
residuo d'inferno e farlo rotolar giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
ora figli dell'immensità "



la cultura, la conoscenza, la musica degna, la poesia, la parola, trovano sempre posto in un momento di  niente. nei buchi fra un programma e l'altro, o quando i giornali sono in scipero, un sabato nel tardo pomeriggio, fra le visite dei parenti, o quando ci si prepara per uscire. 
e si passa indifferenti da un canale all'altro, in automatico. come automi, come macchine, come gente che non ha sogni, o desideri, emozioni e ricordi. bisognerebbe lasciar perdere chi ti va una smorfia al sentire nominare Lucio, io metto su un altro album, e per qualche minuto, posso sentirmi più vicina alle persone che in quel momento sono lì con  me...a condividere. 

 

martedì 7 dicembre 2010

Visioni ad "Enrico"


Enrico Peressutti Alberobello

       
Enrico Peressutti Locorotondo


([…] le vostre magnifiche fotografie. Sono del più grande interesse, sono architettura, sono arte. La pagina che gira oggi permette precisamente di prendere contatto con il passato più essenziale - anche la preistoria, cioè con l'essere umano per eccellenza. Tutto ciò è molto incoraggiante. Di più, ciò che colpisce è che la mano dell'uomo appariva in tutto ciò, nei profili, sulle superfici d'intonaco. Scala umana, paesaggi, natura ed esaltazione dei materiali più fondamentali. Sono molto fiero di queste fotografie e La ringrazio sinceramente») Le Corbusier su gli "scatti pugliesi" di Enrico Peressutti.


Enrico Peressutti (1908-1976) con il gruppo BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso ed Ernesto N. Rogers), è stato un protagonista dell'architettura italiana del Novecento, con progetti che spaziano dall'edilizia all'urbanistica, passando per il design e la fotografia.

Non si trova molto altro su questo architetto e urbanista. Ne per quanto riguarda la biografia, ne per gli scatti stessi, che oggi ho avuto la fortuna di vedere. Una mostra fotografica dedicata agli scatti che realizzo negli anni 50, durante un soggiorno in Puglia.

Gli stessi scatti, selezionati da Peressutti tra gli oltre 300 realizzati durante il reportage furono raccolti in due album presentati a un convegno dell'Industrial Designer's Institute nel periodo in cui l'architetto insegnava alla School of Architecture di Pricenton.
Da lì, Peressutti inviò alcuni «scatti pugliesi» a Le Corbusier che ne parlò in termini entusiastici.

Colpita decisamente da questo personaggio, per due motivi principali. In primis non sapevo che Peressutti fosse un architetto (il che è abbastanza grave visto che fa parte del BBPR, gruppo di progetto che nel 56 realizzò la Torre Velasca a Milano)...immaginavo fosse un fotografo, secondo...ho notato,guardando i suoi scatti, una particolare attenzione all'architettura rurale,  tipica di un occhio attento, di chi studia e sa l'architettura. Ma le immagini vibrano e tremano di umanità (e non potete immaginare quanto mi dispiace non poter pubblicare qualcosa in più..). Sono umane, calde, sono vere. Parlano di persone, donne, anziani e bambini che guardano curiosi nella fotocamera. Parlano di gente.  La vita nei e fuori i trulli,sono le loro abitudini, tradizioni, i giorni che scorrono, le scarpe bucate, gli uomini chini sul lavoro, delle donne sulla sedia fuori alla porta. Tutto messo in un contesto rurale di estrema forza. La natura, libera e pura. Il sapore del sole, delle terre del sud, i materiali con cui sono costruite le tipiche abitazioni. Sono scatti che si possono toccare. Sono immagini anche di povertà che inteneriscono il cuore. Sono emozione.

Le foto saranno in mostra al Castello Svevo a Bari, presso la sala Angioina dal 7 al 18 Dicembre.
Ringrazio il Politecnico di Bari oggi!



Il mio personale contributo a questo post. Due scatti fatti uscendo dal castello, pensando alle visioni di Peressutti fra i vicoli di Alberobello. Certo è che questa mostra mi ha dato molto, questo scatti non sono che un inizio. Il bello, deve venire. (lo spero)

Visioni ad Enrico   1/2000   f 4.2    30mm                  micha 2010


Visione 1/2000 F4 18mm             micha 2010

Fonti: Wikipedia, Professione Architetto
Musica: Eddie Vedder, The wolf




sabato 4 dicembre 2010

Henri Cartier-Bresson

Henri Cartier Bresson Mexico- 1934
Henri Cartier Bresson 1975

“La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell’intuito e della spontaneità. [...] Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale. Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere. (Henri Cartier-Bresson)


Di certo non poteva mancare Henri Cartier-Bresson, di certo non poteva non essere stato che lui (lui e solo lui) a colpire per primo la mia immaginazione. Prima una girandola di bambini, tre sedie sotto una scala, un bacio in spiaggia sotto un grande ombrellone. Ho scelto tutt'altro in realtà per parlare di Bresson sta notte, e cosa ti aspetti se sono le 3:51 e non riesco a dormire? 
In realtà poi non ne so molto. Ad essere totalmente sincera non so esattamente cosa c'è dietro questi scatti. Pare che documentarsi utilizzando la sola rete sulla fotografia sia davvero complesso, a mala pena sono riuscita a trovare le date.

Fatto sta che di mio (andando a studiare esclusivamente i sentimenti che mi provocano) posso dire questo: la prima delle tre mi tocca così nel profondo che per raccontare quanto mi urta nell'animo dovrei scrivere un romanzo. L'intreccio dei corpi, la composizione di tutta la figura, con il "classico" posizionamento del soggetto/i sulla sinistra, il movimento di tutta l'immagine, nelle pieghe delle lenzuola, nelle mani che tirano via gli abiti. Un immagine di estrema sensualità, senza perder di delicatezza. così istantanea e viva, così semplicemente vera.

La seconda, del 1975, meno forte ma comunque molto intensa mi ricorda i tanti viaggi su e giù per la puglia con i nostri fantastici treni. Meravigliosamente tenera in questo abbraccio di due ragazzi stanchi di un viaggio. Ripenso alle mille persone che incontro sui treni, ai pendolari, ai giovani universitari come me, quelli che affollano le stazioni, danno vita e colore, fanno chiasso, ascoltano musica e si baciano sui sedili, si abbracciano, poi mangiano un panino. Ripenso ai due viaggi verso Polignano, attaversando per qualche chilometro una terra che non smette di farmi innamorare. 
E c'è  il bisogno, ho bisogno di dormire sul petto di qualcuno durante un viaggio. Su questo, nessun ricordo.

L'ultima, beh a buon osservatore..poche parole. Dico solo: f a n t a s t i c a!!!

Biografia
Henri Cartier-Bresson nasce a Chanteloup-en-Brie, in Francia, il 22 agosto del 1908, da molti oggi considerato il padre del fotogiornalismo.
Inizialmente attratto dalla pittura, Cartier-Bresson inizia a fotografare sentendo la necessità di immortalare la realtà. Nel 1930 compra la sua prima macchina fotografica, una Leica 35 mm con lente da 50 mm.
Dopo alcuni anni di lavoro nel cinema, entra, durante la seconda guerra mondiale, nella resistenza francese, continuando comunque a svolgere la sua attività fotografica. 
Finita la guerra, ritorna a dedicarsi al cinema e nel 1947 fonda ,assiema a Robert Capa e David Seymour, la famosa agezia Magnum. Questa esperienza lo porterà ad innumerevoli viaggi e reportage che gli daranno fama mondiale. Sarà in Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone, Unione Sovietica e molti altri paesi. Cartier-Bresson divenne il primo fotografo occidentale che fotografava liberamente nell'Unione Sovietica del dopo-guerra. Nel 1968,  Henri Cartier-Bresson inizia gradualmente a ridurre la sua attività fotografica per dedicarsi al suo primo amore artistico: la pittura.
Nella sua carriera si è dedicato anche ad alcuni ritratti di vari personaggi:
Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marcel Duchamp, William Faulkner, Mahatma Gandhi, John Huston, Martin Luther King, Henri Matisse, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Robert Oppenheimer, Ezra Pound, Jean-Paul SartreIgor Stravinsky

In una lettera datata 30 ottobre 2000, per evitare il commercio di stampe o lo smercio di copie sottratte, lo stesso fotografo dichiarava: Io sottoscritto Henri Cartier-Bresson, domiciliato al 198 di rue de Rivoli, Parigi, dichiaro quanto segue. Ho sempre firmato e dedicato le stampe di mie fotografie a coloro ai quali intendevo donarle; tutte le altre stampe che recano solamente timbri o etichette «Magnum Photos» o il mio nome «Henri Cartier-Bresson» sono di mia proprietà. Tutti coloro che detenessero queste stampe non potranno invocare la buona fede".

Cosa che assolutamente non sapevo e scopro solo ora (domani mattina allarmo la famiglia), e aggiungo: bisogna andarci con urgenza visto che siamo a due passi...

Nel 1985 fece dono al Comune di Tricarico (nella mia bella basilicata),città natale del poeta Rocco Scotellaro (ah già!) , di 26 fotografie che oggi costituiscono il primo e fondamentale nucleo di opere che saranno esposte nel museo delle arti figurative di quella cittadina.

Cartier-Bresson muore a L'Isle su la Sourge il 3 agosto del 2004.
Fonte: Wikipedia con un immancabile tocco personale

p.s chiedo scusa per la lunghezza del post, ho sintetizzato il più possibile la Bio, ma Cartier-Bresson merita un pò più di riguardo.

Musica per voi: non potevo non scegliere i siculi H.C-B che proprio da questo immenso fotografo prendono il nome. Come pane e nutella. H.C-B Missing Movie da Soundcheck for a missing movie

http://www.youtube.com/watch?v=B7Z2MBxJnLI

venerdì 3 dicembre 2010

Lapis in fabula

lapis in fabula. 1/440 f/5.0 130mm      2010
nel discorso ci metto una matita, quella per sottolineare parole sui libri di storia. Dio, c'è solo da mettersi le mani nei capelli. Nella fotografia la matita è un sogno, un immagine onirica, la luce disegna tutto il resto,quello che vedo, che mi circonda, e mi incuriosisce. L'obbiettivo di una reflex ti permette di studiare la realtà attraverso le lenti. Lei ti permette di dire al resto del mondo cosa possono fare se messi insieme gli occhi, la mente e l'anima.
Benvenuti nel mio -ennesimo ma si spera più maturo- blog, interamente dedicato alla fotografia.
Spegni le luci, metti su il brano che ti accompagna oggi, e guardami.


micha